Due giornate “difficili” soprattutto dal punto di vista meteo hanno caratterizzato l’esordio di Spartans e Stripponi, questi soprattutto nello Sprint del sabato, dove il mare era oltre che freddo piuttosto mosso. Un vento freddo, e alla fine una pioggia inclemente hanno reso epico l’esordio. Qui sotto le emozioni di alcuni esordienti e il racconto di un veterano.
Sapevo cosa mi aspettava, lo avevo immaginato leggendo e fantasticando sui racconti di chi mi ha preceduto tra gli amici in questo SPREPITOSO mondo, ma le emozioni sono state amplificate all’infinito, la coesione del NOSTRO gruppo, il fascino di questa disciplina, la voglia di mettersi in gioco, un pochino di sfrontatezza, il clima gara…. Perfino le condizioni meteo leggermente strong per un “tranquillo esordio” hanno fatto sì che non vedessi l’ora di buttarmi in acqua.
Poi tutto è venuto naturale, fin dallo start ho cominciato (nel mio piccolo) a fare strategie da vecchio lupo di mare puntando la prima boa nera “scarsa” confidando nella corrente, qualche bevuta, tanti calci dati e presi e una boa dopo l’altra (con gli occhilini appannati) ho ritrovato la spiaggia, gambe dure nei primi passi ma “il ghiaccio è rotto” ….trovo il tempo per fare il cretino con mi mi aspettava, T1 comoda e poi via con la bici (e qui è stato tutto da inventare… Ma una piacevole sorpresa) controvento all’andata (compresa la prima sventarata che mi ha intraversato subito appena entrato sul lungomare)…a busso al ritorno, le scie non mi piacciono e allora a “testa bassa” fino al T2 (comodo…..con i giusti “rimbrotti” di Monia e Paola)…..piove… ma cosa cambia?
Saluto la bike e via, le gambe non sono burrose come raccontava K….. Male vuol dire che sto facendo cagare che non ho dato tutto…..ma mi rilasso e mi prendo la mia passerella da 5 km (comunque fatti degnamente rispetto ai miei soliti tempi)……ARRIVO DEI MIEI sorrisi per tutti e di tutti e anche Alessio può calare il SIPARIO.
Voglio subito iscrivermi alla prossima gara (Olimpico) …..anzi L’HO GIA’ FATTO. (Romano Gagliardi)
Raggiungere un obiettivo che sembrava lontano e quasi impossibile mi ha caricato di un’emozione così forte da farmi vacillare, e mi ha riempito così tanto di energia positiva che sto ancora irradiando dopo giorni. Ringrazio chi mi ha dato la motivazione per farlo (da sola non sarei mai partita!), chi mi ha affiancato fino all’ultimo nella preparazione e nella gara e mi auto-complimento alla grande per essermela cavata nonostante le difficoltà della giornata. Ho aperto la porta ed ora posso scorgere nuovi orizzonti… (Antonella Gheduzzi)
Contro il mare, contro il vento e contro la pioggia!! Ma ce l’ho fatta, sono un triatleta……sono uno Spartans! (Matteo Bonfiglioli)
Sabato sera, l’aria è fredda e umida, piove a tratti e da lontano si sente il rumore del mare. Ho gironzolato attorno alla Zona cambio per cercare il mio numero, 374. L’ho trovato, e ne memorizzo la posizione, ma si sta facendo tardi, è ora di andare a letto che domani mattina ci si sveglia presto. Effettivamente la sveglia suona alle 6:50 e la mattina appare meno grigia perché il cielo sembra regalarci qualche spiraglio di sole, il solito rito della colazione pre-gara, preparo le borracce, la borsa con la muta, le scarpe, il casco.
Sono le 8:30 e tutti ci ritroviamo, alla spicciolata, davanti alla Zona Cambio. Pacche sulle spalle per stemperare la tensione e per far vedere agli esordienti, più tesi di noi, che noi ci divertiamo! Entro in Zona Cambio, un volontario mi scrive sul braccio e sulla gamba il mio numero. Tante le facce conosciute, tanti i sorrisi, tanti gli sfottò. 374, trovato subito! Poggio la bici sul rack e regolo il rapporto perché poi alla partenza non sia troppo duro, borracce al loro posto, barretta snack. Posiziono le scarpe e poi il casco e poco più in la le scarpe run. Ormai ho imparato e i gesti arrivano da soli, ma occorre sempre molta attenzione perché poi non si torna indietro e quindi controllo e ricontrollo che tutto, ma proprio tutto, sia al suo posto.
Esco che è arrivata Giorgia e vado ad indossare la muta con i soliti gesti, quasi scaramantici. Mi avvio alla partenza, musica alta, lo speaker che non smette di parlare, provo a sentire l’acqua che è freddissima! Alle 10:00 partono i PRO, gli Age Group a seguire ed io alle 10:20. Suona la sirena, si parte! L’acqua è gelata e le prime bracciate non sono ben coordinate con la respirazione, ma alzo la testa e riesco seguire bene le boe direzionali. Mi distendo nella nuotata e arrivo alla prima boa di virata, alzo la testa e non vedo le boe direzionali che la corrente ha spostato. Seguo gli altri nuotiamo e nuotiamo fino a quando alzando la testa ogni tre/quattro bracciate vedo la seconda boa di virata.
Ci arrivo, la supero e il gonfiabile giallo dell’arrivo è li in fondo. Lo raggiungo più rapidamente di quanto immaginassi ed esco dall’acqua. Bene! Prima frazione fatta! Tra gli incitamenti di Giorgia e di tutti i ragazzi Spartans entro in Zona Cambio, qualche secondo in più con la muta, ma riesco a montare in bici e partire. Ora viene la frazione che in queste settimane ho allenato maggiormente e mi sento a mio agio. Riesco a superare piuttosto bene il primo strappo di 500mt al 16%, poi diritti e fino all’attacco della salita di Monte Grimano. Bevo con regolarità ogni 15min. Eccolo il bivio, inizia la salita. Dura, costante, tra il 7% e il 9% fino allo strappo finale del “giro di boa” e ora giù per riprendere fiato.
Mangio la barretta e bevo, sto bene ora, mentre riprendo fiato con qualcosa nello stomaco. Adesso manca l’ultima salita importante, quella di Monte Cerignone che arriva, corta, ma implacabile. Scollino sui pedali perché adesso si torna a Rimini in leggera discesa e inizio a spingere. Ancora un leggero strappo finale, l’ultimo, per davvero. Arriviamo a Riccione, non c’è troppo caldo, curva a destra verso il lungo mare e li mi scontro con un vento terribile, ma continuo a spingere e non smetto fino alla zona cambio. Lascio la bici, indosso le scarpe per la frazione che per me e il mio piede malandato sarà la frazione più dura. Infatti saranno 21km sofferti, incrociando gli sguardi dei compagni, degli amici.
21km di incitamenti, di urla. Mi fermo diverse volte, il piede fa male e le gambe senza allenamento sono stanche. Arrivo all’ultimo giro, 5km, cerco di correrlo tutto. La rotonda Fellini, a destra, il tappeto rosso, Giorgia che mi urla qualcosa, alzo lo sguardo al cielo verso chi era orgoglioso facessi questo sport, e poi sorridente verso la finish line! Ora sono felice. (Alessandro Valentini)