Il nostro viaggio nel mondo del triathlon è iniziato poco meno di due anni fa con una sfida ambiziosa, portare quanti più debuttanti assoluti possibile “dal divano alla finish line di un Ironman”.
Una scommessa sostenuta da UnipolSai e vinta nella notte di domenica 4 ottobre a Barcellona, quando l’ultimo atleta Spartans è transitato sul traguardo sentendosi apostrofare l’agognato “You are an Ironman” che sancisce il diritto a definirsi “uomo di ferro”.
Basati a Bologna ma con iscritti in tutta Italia grazie a un modello di interazione fondato sui social network che ci hanno portato dai 7 fondatori agli attuali 130 iscritti in meno di 2 anni, abbiamo caparbiamente inseguito il sogno di dimostrare che è possibile per chiunque raggiungere un risultato “folle” come nuotare 3,8 km, pedalare per 180 km di bici e correre per 42 km senza avere alcuna esperienza nel triathlon. Unico requisito saper stare a galla in acqua, essere disposti a affrontare le intemperie per rispettare i programmi di allenamento e sfruttare qualsiasi ritaglio di tempo per incastrare gli allenamenti tra una riunione in ufficio e la spesa al sabato con la famiglia.
È così che 8 adulti “normali” tra i 30 e i 50 anni si sono affidati al presidente Federico “Ironfrankie” Franchini (18 Ironman finiti compreso il mitico World Championship delle Hawaii) e al coach Matteo Torre per compiere un percorso di vero e proprio cambiamento, esteriore e interiore. Persone normali, magari in sovrappeso e per i quali lo sport nella vita non rappresentava più che un diversivo confinato a un’oretta settimanale, che grazie a un approccio scientifico rigoroso (tutti monitorati con un sofisticato software usato anche dalle nazionali olimpiche di triathlon e dai professionisti della bicicletta) coniugato alla filosofia del “ognuno secondo le sue possibilità” senza ansie da cronometro e estremizzazioni in chiave agonistica, si sono trasformarti nell’atleta “totale” per eccellenza, capace di nuotare, pedalare e correre per 12 ore consecutive.
Tanti i chili tirati via dalla bilancia durante la dura preparazione (fino a 20 per chi partiva nelle condizioni peggiori) mentre in maniera proporzionale saliva il benessere fisico e soprattutto una nuovo modo di vedere se stessi, di sentirsi a proprio agio con il proprio corpo e più sicuri con gli altri, sia nelle relazioni personali che sul lavoro, dove spesso si deve fare fronte alle stesse dinamiche di competizione, stress e necessità di prendere decisioni rapidamente decifrando scenari complicati. Lo sport di endurance usato dunque come laboratorio per provare che la salute si protegge con la prevenzione, partendo dal basso e facendo in modo che le persone scoprano il benessere che si prova a essere in perfetta efficienza fisica.
Un progetto con ricadute positive anche sociali, capace di mettere sullo stesso piano individui provenienti da ambienti diversi, con le più svariate esperienze, creare rapporti di amicizia tra quelli che inizialmente erano degli sconosciuti grazie alla necessità di affrontare tante difficoltà insieme, che si tratti di un’uscita di gruppo in bici o la logistica per le gare preparatorie, superabili e superate solo grazie al lavoro di gruppo. Sì perché anche se l’Ironman è sport individuale per eccellenza serve uno staff di specialisti che accompagnino gli atleti nel loro percorso e un gruppo coeso in cui confrontarsi, mettere a nudo le proprie paure e trovare il sostegno necessario a superare i momenti difficili, come quando bisogna affrontare allenamenti da 6 ore di bici e 3 ore di corsa.
Ancora non si sono esaurite le emozioni per il traguardo raggiunto, rispettivamente negli Ironman di Zurigo a luglio, Maiorca e Barcellona negli ultimi 15 giorni, che già stiamo ideando nuove iniziative per coinvolgere sempre più persone nello sport: la replica del progetto “dal divano alla finish line Ironman” con nuovi aspiranti uomini di ferro, ma anche un progetto dedicato alle donne che le accompagni in un percorso protetto verso il primo triathlon (uscite di gruppo serali, allenamenti in bicicletta con supporto al seguito, anche corsi di difesa personale) e uno dedicato ai ragazzi delle scuole superiori, per diffondere la cultura sportiva abbattendo le barriere di ingresso così da sfruttarne i benefici “multidimensilionali” sul lungo periodo.
Il nostro principio fondante è quello dell’inclusione, convinti come siamo che ciascuno abbia dentro di sé un infinito potenziale che aspetta solo di essere sviluppato. Se siete pronti per imbarcarvi nel viaggio che cambierà la vostra vita fatecelo sapere, noi vi aspettiamo a bordo.