18/01/2015 si corre la Galaverna di Pianoro, 21 km collinari fra asfalto, sterrato e cavedagne..
Il 14/09/2014 ho corso la mia prima mezza maratona, la RTU di Bologna. Fino a quel giorno avevo sempre pensato a quella distanza come mitica, lontana, lunghissima, non alla mia portata… Poi mi sono allenato e con grande soddisfazione ho finito la corsa… Da settembre a ieri ho contato quante mezze maratone ho corso: 4! La RTU, la Maratonina dei Nebrodi (ero in Sicilia per lavoro ad ottobre e non ho saputo resistere alla tentazione di correre) e le ultime due… Le ultime due nelle ultime due settimane come allenamento per l’IM di Barcellona… Io che guardavo la mezza maratona come appunto una distanza da rispettare, quasi da temere, ora me le ritrovo come allenamento settimanale e le faccio, cazzo se le faccio!
Poi capita la Galaverna… Si corre a Pianoro, io su quelle colline ci ho vissuto tutta la mia adolescenza, sono carico, mi sento in forma e parto con il gruppo… Parto troppo forte e alla salita del 7 Km mi sento già distrutto…. Capirai ne mancano solo 13! Sono sulla salita, sto per fermarmi e camminare, ma non lo faccio, rallento, ma non cammino, vedo in alto il ristoro e vado avanti, piano, ma sempre di corsa. Arrivo in cima, mi ristoro e si riparte, di corsa. Lo spartano al mio fianco (grazie Davide) mi guarda e mi dice:” ho capito che tipo sei tu, tu piuttosto muori, ma al traguardo ci arrivi!” Si che ci arrivo e se è una mezza maratona di arrivo di corsa!
Non sono stati i gel, il the, i biscotti o l’acqua a farmi recuperare fiato e gamba, ma le parole di Davide!
Perché alla fine ho capito che se mi fossi messo a camminare allora avrei camminato altre volte, allora avrei saltato altri allenamenti, mi sarei dato delle scorciatoie. Invece no, si impara dagli errori, ci si allena e si arriva fino in fondo. Correndo. Perché se non cammini neanche quando sei cotto in una corsa dove non ci sono i km segnati, dove non c’è la finish line, dove le macchina ti passano di fianco e il carabiniere invece che fermare loro ti urla che devi attraversare sulle strisce e se chiudi in progressione, allora vuol dire che hai capito che senza fatica non c’è gloria.
Al traguardo arrivi di corsa e poi ridi, non tanto per il tempo, non tanto perché sei arrivato fino in fondo, ma perché non hai camminato. Mai